EXPO: nelle sue contraddizioni, per me ne è valsa la pena!

Letto e riletto, sentito e discusso, ma ha trovato posto anche tra le mie pagine.

Tra queste righe non parlerò di motivi politici o economici, ma darò una visione completamente mia di quella che è – ancora per qualche giorno – un punto di luce/ombra nel nostro Paese: L’EXPO, manifestazione internazionale a Milano, città metropolitana; basato sulla cultura del cibo nel mondo.

Ma alla fine, cosa è?

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Padiglione

 

Un ammasso di infrastrutture enormi, bizzarre, particolari e a volte indescrivibili vicine le une alle altre nelle quali al loro interno vi si trova l’immaginario più vario e inaspettato, ma sopratutto loro: i colori di tutto ciò che vi è attorno. Dalle bandiere, ai prodotti locali, alla gente.

Personalmente, ne sono rimasta sorpresa e quasi incantata. Sì, non mi aspettavo di poter percepire così tante cose:

  • ho visto Paesi che, nella realtà immaginaria comune sono potenze mondiali, venir rappresentati in una maestosità irrisoria e amara mentre, viceversa altri, che sempre nella base della mente nostra sono Paesi ” esistenti” con poca voce han spiccato per il fascino, la semplicità e il dar atto a ciò che sono.
  • ammirato strutture colossali che nel loro piccolo han reso il Paese rappresentante: i dettagli, fan sempre la differenza,
  • assistito a spettacolari contrasti di effetti visivi: la tecnologia qui ha giocato alla grande una carta vincente.
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l’albero della vita

Potrei star qui per molto tempo ad elencare i fattori positivi che han reso il mio fine settimana milanese una grossa esperienza, ma preferisco essere sincera e dirvi che la pecca c’era e che non era tutto così roseo.

Ho confuso file lunghissime pensando facessero riferimento ad uno Stato invece causa mancanza organizzativa, era tutt’altro (spesso per ristoranti); per non parlare di incapacità nel rispettare file da parte della gente e della segnaletica per parcheggi non riservati (ho girato 15 minuti). Questo va detto e sottolineato.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAlla fine però, quello che vorrei emergesse non è quanto e cosa è stato fatto di più e di meno, ma che un’evento così internazionale con tutti i suoi conflitti d’interesse, politici ed economici a noi persone semplici può aver smosso o potrebbe smuovere la voglia di capire come il mondo è, nella sua grandezza.

Di sicuro non si può capire appieno un’Irlanda solo in 30 secondi sentendo un’arpa e guardando immagini o un Marocco attraverso pitture, sculture, ma ci si può sentire parte di esso almeno un pò.

Il fascino del viaggio forse mi richiama ancora una volta, forse con più attenzione e malizia, ma ho trovato che in tutto ciò ci fosse qualcosa di vero.

EXPO: nelle sue contraddizioni, per me ne è valsa la pena!

 

 

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2 Comments

  1. 1

    ciao vagabonda!
    condivido con te una riflessione, che è pero’ anche una domanda (scusa gli accenti sbagliati ma uso una tastiera francese e non trovo le lettere!!!).
    il titolo di expo era “nutrire il pianeta, energia per la vita” e il senso doveva essere quello di diffondere il messaggio della nutrizione corretta da una parte, e del problema reale (chi ti scrive attualmente si trova in burkina faso) della fame nel mondo, anche in ragione del fatto che quest’anno scadono gli otto obiettivi del millennio, il cui primo riguarda appunto la riduzione della povertà estrema e della fame. tu che ci sei stata pensi che l’obiettivo sia stato centrato?
    personalmente io avrei boicotatto expo, ma sono stata costretta ad una visita per motivi di lavoro e devo dire che sono uscita con la ferma convizione che stare a casa sarebbe stato meglio: tutto bello, tutto meastoso, come dici tu, ma… lo spreco… magari il mio ragionamento ha delle falle, anzi, sicuramente, ma trovo che se vogliamo risolvere il problema della fame nel mondo possiamo investire qualche miliardo in programmi di aiuto alimentare, invece che in costruzione di infrastrutture che, per molti casi (non tutti, lo so) verranno smantellate nelle prossime settimane. mi è sembrato il solito giro di soldi tra le mani dei vincitori che si riempiono pero’ la bocca di belle parole e si mettono il cuore in pace dando un titolo attira consenso.
    insomma secondo me sarebbe stato più coerente usare il denaro altrimenti, ma se proprio era necessario organizzare expo, magari intitolarla “scopriamo i prodotti tipici del mondo pagandoli un’esagerazione” avrebbe avuto più senso!
    tu cosa ne pensi?

    • 2

      Ciao Grillo,

      leggo sempre con piacere i tuoi pensieri e i tuoi punti di vista! Condordo, agiungerei, su quello che hai scritto: lo sfarzo e la bellezza che di per sè è stato l’Expo non ha nulla a cui vedere con la realtà di tutti i giorni. Nel mio post quello che ho voluto sottolineare infatti è stato che PAESI COME AMERICA O GIAPPONE, considerati comunque con un’economia forte se non promotori di innovazioni e avvanguardie siano stati rappresentati poi come nella realtà UNO LUCCICHIO ESTERNO SENZA FORNDAMENTA ALL’INTERNO. Ho visto padglioni come Marocco o Thailandia farmi apprezzare e avvicinaremolto ai loro temi e alle loro problematiche, ma in tutto questo però ho visto come ben dici tu, uno spreco economico. Preciso che il mio “ne è valsa la pena” è un senso ironico per completare il mio pensiero che coincide abbastanza con il tuo: ci sono metodi diversi per poter sviluppare la problematica alimentare ed energica!

      “Alla fine però, quello che vorrei emergesse non è quanto e cosa è stato fatto di più e di meno, ma che un’evento così internazionale con tutti i suoi conflitti d’interesse, politici ed economici a noi persone semplici può aver smosso o potrebbe smuovere la voglia di capire come il mondo è, nella sua grandezza.

      Di sicuro non si può capire appieno un’Irlanda solo in 30 secondi sentendo un’arpa e guardando immagini o un Marocco attraverso pitture, sculture, ma ci si può sentire parte di esso almeno un pò.”
      Ti riporto una parte del testo del post per renderti partecipe al mio pensiero: NON E’ L’EXPO CHE CI DEVE INSEGNARE AD AVER CURA DI CHI HA FAME E DI COME L’ENERGIA DEVE ESSERE CERCATA IN ALTRO, ma per coloro che han partecipato vorrei dire di IMMERGERSI DI PIù, DI ESSERE PIù CURIOSI E DI APPROFONDIRE LE TEMATICHE riproposte!Cosa che non credo minimamente sia arrivata. Anzi, è arrivato il PIATTO PIù BELLO E SaPORITO.
      Quindi concludendo, ho fatto questa uscita per rendermi conto quanto bisogna ancora lavorare sulla mente della gente e su come la gente la pensa. Ecco perchè, poi, non ho commentato direttamente, ma ho cercato di punzecchiare le menti e le ideologie delle persone!
      Il senso credo stia nel parlarne e nel rendere pubblico che le vie per soddisfare sofferenze e migliorare danni economici partano da COMPRENDERE COME I GRANDI si muovono. Con il senno del poi ritorno alla mia anticipazione “forse ne è valsa la pena!”

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